Sopra:

Le 7  foto dei fenicotteri, in due diversi anni, sul lago di Bolsena, negli anni 2016 e 2017,  sono di  EDO PARRI.

Sotto: 

Le 6 foto scattate da Marta, nella visita dei Fenicotteri a Febbraio 2023, sono di  Francesca Palazzo

 

 

Sotto:

le 4 foto , sempre relative alla visita dei Fenicotteri sul lago di Bolsena, Febbraio 2023,   sono di Valentina Castellani la prima, con sfondo l’ isola Bisentina. 

le altre di Alina Briciu, sotto la rupe di Capodimonte (dove ha realizzato anche un video-vedi al lato), e nel mezzo del lago.

 

Sotto:

Le tre foto sono di Maria Laura Brax, MADRINA D’ARTE della ULAB.

-La penna del Fenicottero è stata scattata nella riserva di Burano, Orbetello. Probabilmente i Fenicotteri sul lago di Bolsena vengono da li o dalle saline di Tarquinia.

– MariaLaura Brax  (MLB)  con gli occhiali /Fenicotteri e  con fenicottero gonfiabile, sono messe,  perchè i Fenicotteri sono gli uccelli che più ama.

MARIALAURA BRAX è la MADRINA D’ARTE della ULAB, può intervenire dove crede, noi abbiamo semplici regole  e lei è leggera come le spuma delle onde.

 

 

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Avvistamenti migrazioni e nidificazione nel lago di Bolsena e nel Lazio

 

A febbraio 2023, in due splendide giornate di sole e di calma piatta sul lago, sono venuti in visita un gruppo di circa 20 individui di Fenicotteri Rosa, fotografati e ripresi da più fotografi. Gli altri avvistamenti dello scorso anno, anche se di soggetti immaturi, fa del lago di Bolsena oramai una consueta tappa per lo splendido uccello.

-Edo Parri ha fotografato, per due anni consecutivi, gruppi di fenicotteri sul lago di Bolsena (2016, 2017). Le maestose, bellissime foto di un gruppo di 8 fenicotteri che sorvola il lago (01/2/2016 verso le ore 14,15), con sfondo l’isola Bisentina, poi Capodimonte, Montefiascone, ed altre sponde, sono tra le più belle del sito di questo mitico uccello, giunto in Italia circa 30 anni fa. Aveva montato un teleobiettivo e, come suo solito era a bordo della sua canoa, con la quale naviga, da settembre a maggio, solitario per il lago. Per questo realizza, oltre che per la sua maestria e perizia fotografica, foto sempre originali ed uniche. L’altra serie di foto dei Fenicotteri, l’anno seguente (il 15/05/2017 verso le ore 14.00) sono foto poco definite perché fatte con vecchio telefonino e senza teleobiettivo. Ma il gruppo è più nutrito e ripresi presso Bisenzio, Capodimonte. Ha girato anche un video. I fenicotteri non sembrano mangiare, quindi si presuppone che per loro il lago di Bolsena sia una sorta di sosta di svago, forse nella tratta dove vanno verso acque interne dalle saline di Tarquinia o dall’oasi di Orbetello-Burano verso quella quella di Alviano, etc. Un fenicottero giovane, è stato avvistato agosto 2022, a Bolsena, dove ha sostato qualche giorno vicino alla colonia.

Paolo Bologna

 

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Fenicottero Phoenicopterus roseus 

Fonte: Avifauna acquatica svernante nelle zone umide del Lazio

 

Stato della specie

Specie monotipica a distribuzione paleartico-paleotropicale. In Italia è parzialmente sedentaria e nidificante, di recente immigrazione, migratrice regolare e svernante. Prima nidificazione accertata in Sardegna nel 1993 nello Stagno di Molentargius, negli anni successivi ripetuti casi di nidificazione in diverse località (Brichetti e Fracasso, 2003). Sostanzialmente è una specie costiera. Ha iniziato a colonizzare il medio Litorale Tirrenico e la Sardegna. Durante i censimenti degli uccelli acquatici svernanti in Italia, il 2000 è stato l’anno nel quale è stata registrata la maggiore presenza con 18.921 individui; il trend indica un aumento consistente della popolazione con un +8,7% l’anno (Baccetti et al., 2002).

Svernamento nel Lazio

Nel corso dell’indagine sono stati censiti 2.436 individui con una media annua di 135,3. Dopo i primi tre anni di rilevamento, in ognuno dei quali sono stati registrati sempre meno di 10 individui per anno, si è passati ad un deciso incremento delle presenze (100/130 indd.) sino al 2000, anno in cui sono stati censiti 322 individui Il numero massimo è stato registrato nel 2006 con 507 presenze. Negli ultimi due anni la popolazione svernante si è assestata a poco più di 250 individui, consolidando il trend in forte incremento in accordo con quanto rilevato a livello nazionale. La distribuzione nelle zone umide regionali si presenta molto concentrata, anche in virtù del gregarismo che contraddistingue la specie. Le uniche aree interessate dallo svernamento del Fenicottero, ad esclusione di quella del Litorale Romano nella quale è stato rilevato un solo individuo nel 2002, sono le Saline di Tarquinia e, in maniera assai ridotta, i Laghi Pontini. Entrambi sono siti di importanza nazionale; le Saline di Tarquinia con 2.309 individui ospita il 95% della popolazione svernante della nostra regione. La specie frequenta ambienti umidi costieri, saline

e stagni salmastri, caratterizzati da acque poco profonde delimitate da argini bassi fangosi o con scarsa vegetazione. I fattori di rischio sono riconducibili al disturbo antropico diretto e indiretto, alla presenza di cani randagi e agli elettrodotti e cavi sospesi presenti nelle zone frequentate dalla specie.

Enzo Savo

 

 

 

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FENICOTTERI sul lago di Bolsena- Bisenzio 2017- Edo Parri

Fenicotteri in planata tra Capodimonte e Marta. Febbraio 2023 ALINA BRICIU

Fenicottero rosa o Fenicottero maggiore                    Fonte: www.uccellidaproteggere.it

(Phoenicopterus roseus PALLAS, 1811)

 

Ordine: Phoenicopteriformes   Famiglia: Phenicopteridae

Alto fino a un metro e mezzo, il Fenicottero è un grande uccello presente praticamente in tutto il mondo. Coloratissimo – nella sua sottospecie nominale – nidifica dalle Indie Occidentali alle Galapagos.

È invece il più “comune” Fenicottero rosa ad essere tipico delle nostre latitudini, ma anche dell’Asia sud-occidentale e dell’Africa. Specie tipicamente mediterranea, il Fenicottero nidifica in Italia solo dal 1993, quando i primi nidi sono stati avvistati nell’area di Montelargius, in Sardegna. In seguito, riproduzioni tentate – e spesso riuscite – si sono verificate in Toscana, Puglia, nelle Valli di Comacchio, dove gruppi consistenti di questi uccelli si radunano anche in porzioni della zona umida non lontane da villaggi o aree urbanizzate. Migratrice, svernante e – dal 1993 – anche nidificante, il Fenicottero si caratterizza appunto per un’elevatissima mobilità. Solo la lettura degli anelli colorati hanno permesso di scoprire come molti individui si spostino per ampie porzioni del Mediterraneo, da una stagione all’altra, a volte all’interno della stessa stagione. Piumaggio rosa – anche intenso – e stretta dipendenza dagli ambienti umidi con buona disponibilità di cibo (tipicamente alghe e molluschi) caratterizzano questa specie. Ma è anche un’altra peculiarità ad aver reso celebre il Fenicottero nell’immaginario collettivo, e cioè quella lunga corsa che precede l’involo, durante la quale risaltano le lunghissime zampe e il collo altrettanto allungato, mentre il becco, tipicamente ricurvo verso il basso, non serve tanto per afferrare la preda, quanto per filtrare direttamente dall’acqua, tramite particolari lamelle, i piccoli microrganismi che costituiscono la parte principale della dieta di questa specie.

 Prospettive

Fino al 1991 gran parte della popolazione comunitaria di Fenicottero era concentrata in Camargue, in Francia, e a Fuente de Pedra, in Spagna. Proprio la progressiva “saturazione” di queste colonie ha provocato, con tutta probabilità, la colonizzazione di alcuni siti in Italia, dalla Sardegna fino alla Toscana, alla Puglia e all’Alto Adriatico. In generale incremento, la popolazione di Fenicottero tende tuttavia – in linea con le proprie abitudini ecologiche – a concentrarsi in pochissimi siti “ottimali”, per poi abbandonarli anche al minimo segnale di disturbo, sia esso dipendente dall’uomo, dai predatori, o dalle variazioni del clima. Più costante è il trend di progressiva espansione del contingente svernante, che ha raggiunto nel 2003 il picco massimo da sempre, ben 26.602 individui. Un andamento legato – anche al di là delle considerazioni sulla nuova colonia italiana – all’aumento consistente della popolazione mediterranea, che da diversi anni si sta gradualmente espandendo, sia in termini di areale riproduttivo che di zone di svernamento. Da sottolineare, in particolare, l’espansione recente della colonia svernante nel nord Adriatico, mentre alcuni tentativi di nidificazione stanno addirittura coinvolgendo aree salmastre – di solito evitate dalla specie – segno che probabilmente alcuni degli ambienti ideali dapprima scelti per nidificare hanno raggiunto la propria capacità portante. Meta ogni anno di un consistente numero di migratori – la maggior parte dei quali provenienti da Francia e Spagna, area di presenza storica – la popolazione di Fenicottero mostra comunque un’elevatissima mobilità all’interno del Mediterraneo. Per questo risulta importante proseguire con l’inanellamento con anelli colorati, che hanno già permesso agli esperti di raccogliere informazioni importantissime sui movimenti della specie (leggendo le serie alfanumeriche stampate sugli anelli stessi). Impossibile stabilire, in ogni caso, una Minima Popolazione Vitale (MVP) in grado di autosostenersi in Italia nel lungo periodo. Troppo recente è infatti, al momento, la colonizzazione del nostro Paese, per avventurarsi nella formulazione di cifre, fermo restando che l’andamento della popolazione italiana dipende in larga misura dall’andamento generale della popolazione del Mediterraneo occidentale. Importante risulta comunque procedere a una tutela stringente dei siti più importanti di presenza, sia dal disturbo antropico, sia dai predatori, sia, infine, cercando di mantenere il livello idrico in linea con le esigenze ecologiche della specie, al fine di sostenere la produttività e mantenere di conseguenza il contingente nidificate sui livelli massimi raggiunti negli ultimi anni.

Minacce

La storia del Fenicottero quale specie nidificante in Italia restituisce un quadro confortante per quanto riguarda la notevole espansione di areale, con una moltiplicazione dei siti di presenza accertata e tentativi di nidificazione anche nelle zone circostanti le aree oggetto della prima colonizzazione. Non altrettanto rassicurante si mostra l’andamento delle popolazioni, estremamente fluttuante in anni recenti. Prima spiegazione, l’elevata mobilità della specie: il Fenicottero tende a muoversi in gruppi anche numerosissimi, spostandosi per l’intero Mediterraneo tra una stagione e l’altra. La stessa colonizzazione dell’Italia può essere attribuita alla saturazione di altre colonie storiche europee, con conseguente necessità di trovare nuove aree idonee. Altri fattori più locali – che spiegano le fluttuazioni recenti in alcuni siti – possono essere ascritti alla locale abbondanza di predatori, per esempio i cani randagi, che hanno causato l’abbandono di un’intera covata a Montelargius negli anni ’90. Particolarmente impattanti sulla specie sono anche le variabili climatiche. Per esempio la Diaccia Botrona, in Toscana, dove fino al 2008 tutti i tentativi di nidificazione erano falliti a causa del prosciugamento della palude tra maggio e giugno. Il punto è che un ampio successo riproduttivo pare essere possibile solo in presenza di condizioni ottimali di livello idrico e di produttività biologica, in mancanza delle quali il Fenicottero può decidere di rinunciare a riprodursi per un intera stagione. Anche i predatori costituiscono un’importante causa di perdita di uova e di giovani, e fra questi a livello europeo, i gabbiani reali. In passato, la raccolta di uova di Fenicottero costituiva un’ulteriore minaccia per la specie, ma anche oggi il disturbo umano può costituire un’importante problematica per la specie in periodo riproduttivo. Specialmente i turisti, anche semplici appassionati di natura, possono causare grave disturbo alle colonie, mentre anche in Italia l’affollamento di alcune tra le principali colonie potrebbe comportare, a medio termine, un progressivo decremento della produttività.

Stato di salute

La prima caratteristica che emerge analizzando la popolazione europea di Fenicottero è l’estrema localizzazione di questa specie. Oltre il 90% della popolazione complessiva dell’Unione Europea nidifica in meno di 10 siti. Un primo fattore di rischio, in linea tuttavia con le esigenze ecologiche particolarmente specializzate di questa specie, che necessita di aree vaste, acqua bassa (e dolce), ampia disponibilità “trofica”, scarso disturbo da parte dell’uomo. Una popolazione, per la verità, non inferiore alle 40-41mila coppie, a livello comunitario, pari a quasi i tre quarti della popolazione complessiva europea e a una frazione compresa tra il 5 e il 24% di quella globale. Non dunque una specie rara – nel senso in cui questo termine viene utilizzato dagli esperti – ma appunto una specie concentrata in determinate aree, con la popolazione assoluta che ha mostrato comunque buone performance negli ultimi 30-40 anni, orientate all’incremento anche consistente. L’Italia, dal canto suo, potrebbe ospitare fino a 4mila coppie soggette a oscillazioni annuali anche vistose, la maggior parte delle quali concentrate in quattro principali aree umide: Montelargius, in Sardegna, Laguna di Orbetello, in Toscana, Margherita di Savoia, in Puglia, infine le Valli di Comacchio in Emilia-Romagna. Peculiare la storia della popolazione nidificante: le prime colonizzazioni – rinvenute in Sardegna nel 1993 e poi a Orbetello, l’anno successivo – sono dovute più a fattori demografici nelle popolazioni d’origine che a condizioni particolarmente favorevoli riscontrate nei nuovi siti: l’affollamento di molte delle colonie tradizionali del sud Europa aveva infatti fatto calare drasticamente il successo riproduttivo della specie, spingendola alla ricerca di nuovi siti da colonizzare. Dalla Sardegna – nel solo 1993 sono stati costruiti ben 1.889 nidi – si passa a Orbetello, altra grande area di prima nidificazione. Ottimo – ma poi fluttuante – l’andamento mostrato dalla specie in Sardegna, a Montelargius, dove le coppie erano già oltre 2.000 nel 1996, forse 5mila nel 1999, solo 250-300 nel 2000. Si calcola – comprendendo anche gli altri siti sardi colonizzati – che dal 1993 al 1999 abbiano nidificando sull’isola ben 15.370 coppie, mentre le Valli di Comacchio – area colonizzata più di recente – erano presenti nel 2002 già 667 nidi.

Semaforo

Il Fenicottero ha iniziato a nidificare in Italia negli anni Novanta, e da allora ha mostrato una fase di notevole espansione di areale, colonizzando nuovi siti oltre a quelli sardi e toscani occupati fin dal 1993-94. Fluttuante in anni recenti, la consistenza della popolazione italiana di Fenicottero dipende molto probabilmente dal trend – comunque relativamente positivo – dell’intera popolazione del Mediterraneo occidentale, mostrando questa specie elevatissima mobilità, ma anche scarsissima capacità di adattamento ad ambienti non ottimali. Il crollo del successo riproduttivo all’intervenire di fattori di alterazione ambientale, dovuti a eventi meteorologici, ai predatori o – anche – al disturbo umano, porta a considerare inadeguato lo stato di conservazione di questa specie nel nostro Paese.

*Variazione della popolazione negli anni

Canto

Più celebri per il magnifico piumaggio che per il loro richiamo, i Fenicotteri sono anche abilissimi nel volo. Tipica è la “manovra” di decollo, con una rapida corsa sul pelo dell’acqua, prima di librarsi leggeri, provocando ampi riflessi sull’acqua a causa dell’apertura alare pari a 180 cm, per 2 m di lunghezza. Più comune è osservare questa manovra “in gruppo”, essendo la specie tipicamente gregaria e dalle abitudini sociali.

 

Luglio, bassa pianura ravennate. è qui che, da un momento all’altro, la fitta rete di canali tra la foce del Reno e l’ampia distesa delle Valli di Comacchio può colorarsi di centinaia di fenicotteri, in cerca di cibo, in cerca, talvolta, di acqua dolce, dal momento che tratti sempre più vasti delle paludi costiere sono spesso interessanti, nelle estati particolarmente siccitose, da fenomeni di rientro, anche per chilometri, dell’acqua di mare. Centinaia di fenicotteri che con il loro piumaggio rosa si confondono con i colori dell’alba, per poi scomparire, con l’andare del giorno, disturbati dal sole e dalla solita folla di curiosi…