L’artista Lavinia Dussaix ci regala questo bellissimo acquerello ispirato alla foto di Meteo Marta (Luca Viviani), ripresa sull’isola Bisentina.

Sotto: Isola Bisentina. Cormorano e Airone cenerino

Sotto ancora: Cormorano a Bisenzio.

Foto di Edo Parri

Sotto: Isola Bisentina. 

Foto di Alina Briciu

Sotto: gruppo di Cormorani

Foto di Alina Briciu

Sotto: gruppo di Cormorani

Punta isola Bisentina

Foto di Alina Briciu

Sotto: nido di Cormorani

Isola Bisentina

Foto di Gabriele Bologna

Avvistamenti migrazioni e nidificazione nel lago di Bolsena e nel Lazio

Il Cormorano, che nel lago di Bolsena  è arrivato quasi 20 anni fa, nidifica sull’isola Bisentina e Martana, ha la particolarità che le sue penne non sono impermeabili, quindi è costretto a farle asciugare al sole, dopo una nuotata. Ma la vera caratteristica che li differenzia dagli altri è che non nuota sopra la superficie, bensì sotto il pelo dell’acqua, lasciando sopra il collo e la testa  Il suo bellissimo manto è difficilmente osservabile se non quando le penne sono di nuovo asciutte.
Nota: Dannazione dei pescatori professionali, perché scende a mangiare i pesci dalle loro reti (mangia da 0,5 fino a 1,5 chili al giorno) è uno straordinario nuotatore e pescatore, tanto da essere ancor oggi usato, in Vietnam, Cina e Giappone per pescare; legati ad una corda si immergono, con una strettoia al collo che gli impedisce di inghiottire il pesce. Si riporta (wikipdia tedesca)che in Europa, anticamente solo nella Macedonia veniva usato per pescare

L’IMPATTO AMBIENTALE DEL CORMORANO SUL LAGO DI BOLSENA

Questo uccello meraviglioso, diverso da tutti gli altri, giunto sul lago di Bolsena alla fine degli anni ’90, dalle coste tirreniche, prima ancora presente nel sud ovest della Sardegna (ma già riportato nei secoli passati), è davvero un animale straordinario, chiamato anche ‘lo squalo’ degli uccelli, per la sua voracità. L’ho incontrato spesso in Asia estrema, ho tradotto una cronaca portoghese del ‘500 di un mercante che si introdusse furtivamente in Cina per poi essere imprigionato, sull’ uso che ne facevano per la pesca, animale addomesticabile, traduzione che ora è suo ns sito (www.uccellilagobolsena.it).

Sta creando dei seri problemi alla fauna ittica. Il suo impatto ambientale è molto forte, crescendo a dismisura di numero, nidificando dove è indisturbato sulle due isole. Mangia, ciascuno, una quantità notevole di pesce, dai 400 grammi al 1,5 kg al giorno, e la comunità in aumento sottrae in totale circa 300 kg al giorno dal lago, sia di pesci introdotti nel tempo, come dei nativi protetti, anguille, lucci, tinche. Si può immergere fino a 15 metri se necessario, sta in immersione fino a un minuto.

Tutti i testi, la letteratura, i siti principali, articoli, riportano del suo impatto ambientale: wikipedia Cormorano: impatto ambientale (vedi anche wikipedia Germania e Francia), www.uccellidaproteggere– (che ha patrocinio LIPU).

Perdipiù i pesci che sfuggono alla cattura spesso muoiono per le ferite riportate dal suo becco uncinato e li ritrovi agonizzanti a riva (notati personalmente).

Su altri testi (Uccelli acquatici -De Agostini, in varie lingue-vedi immagine libro allegata) si riporta quello che denunciano i proprietari Rovati sulla Bisentina, ma anche da testimonianze sulla Martana, e cioè che fanno morire gli alberi dove nidificano.

Da testimonianza di S.C. di Celleno, che frequenta la Martana “Dove hanno i nidi i cormorani, con le loro copiose feci acide, hanno fatto seccare tantissimi alberi, lecci e altri, uno spettacolo di morte orribile. Se non prenderanno ripari tra un po’ non ci saranno più alberi!”.
La baia della Mergorana a Capodimonte, sul versante opposto al porto, sembra prenda il nome proprio dalla presenza dei cormorani, che venivano così chiamati (Marangone è un tipo di Cormorano). Sempre da altre voci a Capodimonte, sembra che nidificassero a Bisenzio, e da lì poi cacciati.
Il Cormorano è cresciuto in Europa dal 1995 ad oggi, da 300mila a 2 milioni, e varie azioni di contenimento, dopo opportuni monitoraggi, sono state prese, o in atto, sia in Italia come in altri paesi.
Letture consigliate:
– Online: Wikipedia (italiano-anche francese-tedesco) e www.uccellidaproteggere-cormorano;
– Cartaceo: Uccelli acquatici-De Agostini (vedi immagine libro allegata)
 
Articoli on line:
-TRASIMENO, ALLARME TROPPI CORMORANI: DANNI AMBIENTALI E PARASSITI NELLE FECI CHE FINISCONO NEI PESCI (https://www.perugiatoday.it/…/trasimeno-ambiente…)

– CORMORANI – INTERVISTA AL DOTT. STEFANO VOLPONI – ISPRA -(https://www.pescaricreativa.org/item/246-cormorani-prossima-fermata-il-censimento-pan-europeo-del-gennaio-2013.html)

– LA CARICA DEI CORMORANI- PIEMONTE PARCHI http://www.piemonteparchi.it/cms/index.php/natura/animali/item/631-la-carica-dei-cormorani

– OCCHIO AI CORMORANI  (https://almanacco.cnr.it/articolo/7917/occhio-ai-cormorani)

– L’INVASIONE DEI CORMORANI. DA SPECIE PROTETTA A MINACCIA PER LA PESCA

https://it.euronews.com/2021/02/23/l-invasione-dei-cormorani-da-specie-protetta-a-minaccia-per-la-pesca#:~:text=Questi%20uccelli%20acquatici%20di%20grandi,trascorso%20l’inverno%20in%20Ungheria

 

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Curiosità

Il cormorano, in Cina , Vietnam e Giappone, è ancora usato per la pesca.

Estratto da uno dei primi testi sulla Cina del XVI secolo;

Tratto da ‘Troactado em que se cõtam muito por estẽso as cousas da China…’ del frate domenicano  portoghese Gaspar da Cruz- 1569

Traduzione dal portoghese e inglese di Paolo Bologna

Pesca con i cormorani.

“Il re ha molti corvi di mare (cormorani) in gabbie, nelle quali si allevano, con i quali spesso fanno delle pescate reali; tutti i barchini che devono andare a pescare con questi cormorani, si riuniscono e si mettono in giro nel fiume, quelli che hanno la responsabilità degli uccelli, li legano intorno ai colli, in modo che non possano inghiottirli (i pesci), e li gettano a pescare nel fiume. Pescano fino a riempire i loro colli di pesce per metà, e se è grande, lo portano nel barcone, e vengono alle barche, dove gettano tutto il pesce che hanno pescato, costringendoli a rigettarlo; e in questo modo pescano la quantità che vogliono, fino a quando sono soddisfatti dopo che hanno pescato per la barca li slegano, e li lasciano andare a pescare per loro stessi; quando sono pieni, vengono alle barche, e sono messi nelle gabbie: questi uccelli pescano molto. Il re regala come favore ai governanti uno o due di questi barchini, a seconda della qualità della persona per il mantenimento della sua casa con pesce fresco. “

 

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CORMORANO Phalacrocorax carbo        

Fonte: Avifauna acquatica svernante nelle zone umide del lazio-2009

Stato della specie

 Specie politipica a corologia subcosmopolita, in Italia è migratrice, svernante e sedentaria, nidificante con meno di 900 coppie con la sottospecie sinensis (Brichetti e Fracasso, 2003). Nel Paleartico Occidentale si è verificato un forte incremento tra gli anni ’70 e ‘90, che è continuato in modo più moderato anche negli anni seguenti. Attualmente la situazione nei vari paesi è di stabilità o moderato incremento. Secondo BirdLife International (2004) lo status di conservazione è attualmente favorevole.

Svernamento nel Lazio

È tra le specie più diffuse nella regione, censita in 33 macrozone delle 38 (86,8%) oggetto di censimento. È anche tra le specie più comuni con una media di 2.838,8 individui (4,65% degli svernanti), ma a differenza dei primi anni di studio, pare aver terminato il periodo di incremento: 1993-1998, media di 3.090,8 individui, 1999-2004 in media 3.594 individui, pari ad un incremento del 16,3%; periodo 2005-2008, una media di 3.311, pari ad un decremento del 7,9% rispetto al precedente. Laghi Pontini e Litorale Romano si confermano i siti con le presenze più consistenti della regione, rispettivamente con il 23,7% e 21,4% della popolazione svernante. In una seconda fascia con presenze inferiori al 10% sono comprese: Piana di Fondi (9,6%), La­ghi Reatini (6,9%), Bolsena (4,4%), Roma-Tevere (4,3%), Brac­ciano (3,9%), Gaeta (3,5%), Fiume Tevere-tratto 3 (3,1%), e Lago di S. Cataldo (2,9%); in tutte le altre zone la presenza è sempre inferiore al 2%.

In generale, il trend appare stabile, a conferma del probabile fine incremento della popolazione svernante, e in accordo con la situazione nazionale ed europea (Baccetti et al., 2002; Brichetti e Fracasso, 2003). Anche per quanto riguarda gli habitat frequentati sembra essere terminata ”l’occupazione” delle aree interne a discapito di quelle costiere infatti, tra il 2005 e il 2008, la presenza media nelle macrozone interne è stata del 42,1%, mentre in quelle costiere del 57,9% (cfr. Brunelli et al., 1998). Nel Lazio è una specie che per il momento non corre pericoli; l’unico fattore limitante diretto è la caccia e l’inquinamento delle acque.

Ferdinando Corbi

 

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Distribuzione e consistenza nel Lazio                                        Fonte: Nuovo atlante degli uccelli nidificanti nel Lazio

Dal 2008 la specie è stata segnalata come nidificante sull’Isola Bisentina nella ZPS Lago di Bolsena, (Calvario et al., 2009), nello stesso sito di una garzaia di Ardeidi (Calvario et al., 2007, 2009). Durante le indagini effettuate nell’ambito del Piano di Gestione della ZPS del Lago di Bolsena (Lynx Natura e Ambiente, 2009) nel giugno-luglio 2008, sono stai rinvenuti 4 nidi: tre nidi occupati da adulti in cova, ed uno occupato da un giovane dell’anno.

Nel 2009 è stata confermata la nidificazione di 3 coppie (Angelici et al., 2009). Ad esclusione di vaghe notizie storiche relative alle Paludi Pontine (Patrizi Montoro, 1909), nel Lazio la nidificazione non è mai stata segnalata in precedenza.

Al contrario, in un trattatello del 1400 relativo al Lago Trasimeno, si apre un inciso relativo al Lago di Bolsena che riporta l’abitudine dei pescatori locali di recarvisi per eliminare i Cormorani che nidificavano sulle rupi presenti in quel lago (Calvario et al., 2008a).

Enrico Calvario

 

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Cormorano comune (Phalacrocorax carbo (LINNAEUS, 1758)                Fonte: Wikipedia e www.uccellidaproteggere.it

Ordine: Pelecaniformes   Famiglia: Phalacrocoracidae

Il Cormorano presenta un corpo lungo e affusolato di colore nero. Il suo robusto becco ha una caratteristica forma a uncino; grazie a un lungo ed elastico collo a forma di “S” riesce a nutrirsi di pesci, fagocitandoli direttamente nell’esofago. Questa specie spesso raggiunge grandi dimensioni: la lunghezza può variare da 79 a 102 cm e l’apertura alare da 121 a 160 cm. Il peso va da 1,5 finanche a 5,3 kg. Per distinguere i più giovani della specie, basta osservare il colore del piumaggio che, prima del raggiungimento dell’età adulta, ha una tonalità marroncina.

Specie “cosmopolita”, abita praticamente tutti i continenti. La sottospecie nominale (Phalacrocorax carbo carbo ) abita le coste atlantiche settentrionali; la sottospecie Phalacrocorax carbo sintesis  si trova in Europa centrale e meridionale e in Asia. Altre sottospecie abitano Africa e Oceania. In Italia, il Cormorano è svernante regolare, migratore, localmente estivante e nidificante stazionario.
Nel nostro Paese la specie nidifica sempre in vicinanza dell’acqua: il sito di presenza più vasto è quello di Valle Santa (Parco regionale del Delta del Po). 

Il Cormorano si sposta solitamente in stormi di poche unità fino a centinaia di individui. È una specie gregaria e nidifica a partire dal terzo-quinto anno di vita in colonie. I dormitori e i posatoi diurni si trovano presso zone umide scarsamente frequentate dall’uomo.

Adattabile sia all’acqua dolce sia salata, il Cormorano ha penne permeabili e trascorre molto tempo al sole ad asciugarsi. Le zampe, con grandi membrane, consentono una potente spinta sott’acqua, dove la specie può pescare fino a una profondità di 6 metri. Nonostante questa capacità di immersione, solitamente si alimenta in acque poco profonde, portando la preda in superficie. Il Cormorano è una delle poche specie in grado di muovere gli occhi: questa caratteristica lo agevola nella caccia della grande varietà di pesci che costituiscono la base della sua alimentazione.

 

Prospettive

In Italia vi sono quattro popolazioni principali: padana, sarda, siciliana e pugliese. Quella sarda è l’unica a non essere frutto di una recente colonizzazione. Solamente su questa popolazione, quindi, è possibile calcolare il Valore di Riferimento Favorevole (FRV). Nel 1977 è stato evidenziato il quadro della mortalità della popolazione olandese, al tempo in espansione, con i seguenti risultati: 36% nel primo anno, 22% nel secondo e 16% nel terzo. Negli anni successivi la mortalità è scesa al 9-14% per le femmine e al 7-12% per i maschi. L’età massima raggiungibile dagli individui della specie è stata calcolata intorno ai 20 anni, mentre la prima riproduzione avviene in media a 4 anni. Considerando un successo riproduttivo degli individui adulti pari al 100% – che scende al 70 considerando la capacità portante dell’ambiente – si ottiene una Minima Popolazione Vitale (MVP) pari a 190 individui, che corrispondono a circa 60 coppie. Questo valore viene proposto come FRV per la popolazione sarda. Mentre in passato la specie era prevalentemente costiera, oggi è presente non solo sulla maggior parte delle coste italiane ma anche nella rete idrografica interna. Il vasto areale geografico di origine dei cormorani segnalati in Italia abbraccia soprattutto l’Europa centro-settentrionale e orientale, la Scandinavia e il Golfo di Finlandia. Le aree di maggior rilevanza sono le coste europee centro-settentrionali e del Baltico centromeridionale. Analizzando la distribuzione spaziale delle aree di nidificazione, si osserva come Danimarca e Olanda siano centri primari di origine dei cormorani segnalati in Italia. Questi Paesi sono infatti quelli in cui è iniziata la fase di incremento numerico che ha portato alla colonizzazione di quasi tutti i Paesi europei.

Minacce

Presso le aree di pesca frequentate dalla specie, le popolazioni di cormorani sono spesso prese di mira da campagne di abbattimento, legali e non, che puntano a limitarne la diffusione per arginare possibili danni alle attività ittiche. Per risolvere i conflitti tra la specie e l’attività di pesca si possono mettere in atto strategie come l’impedimento dell’atterraggio su allevamenti ittici con tecniche di disturbo o creando condizioni non idonee all’alimentazione della specie. Aspri confronti hanno portato, in alcune aree, all’abbattimento di molti individui per salvaguardare le esigenze dei pescatori locali. In realtà gli abbattimenti invernali, oltre ad avere uno scarso effetto sul numero del contingente svernante, hanno il tragico risvolto di incidere in modo determinante sulla popolazione locale, come è successo in Sardegna. In Italia, la distruzione di nidi per contenere l’impatto ambientale del Cormorano sulle specie ittiche allevate nelle valli di pesca è stata rilevata per la principale colonia dell’area del Delta padano: Valle Bertuzzi. Anche all’estero non sempre il Cormorano ha vita facile: in Cina, ad esempio, i pescatori utilizzano i cormorani come strumento di pesca, stringendo un laccio attorno alla gola dell’esemplare, impedendo la deglutizione della preda, che viene così recuperata. Nel Regno Unito ogni anno vengono rilasciate invece alcune licenze che permettono l’abbattimento di un determinato numero di cormorani: il tutto, comunque, all’interno di programmi di monitoraggio che consentono di avere un quadro chiaro delle dimensioni delle popolazioni ed evitare quindi abbattimenti incontrollati. Anche l’influenza aviaria rappresenta un fattore di minaccia per il Cormorano, che figura tra le specie più a rischio di contagio. Tuttavia il Phalacrocorax carbo si sta dimostrando nel complesso resistente alla patologia, presentando un trend demografico favorevole sia a livello continentale sia nazionale.

Stato di salute

Attualmente il Cormorano è classificato come sicuro nell’Unione europea, con uno stato di salute favorevole anche a livello continentale. La popolazione nidificante e svernante ha mostrato un largo incremento sia nel periodo 1970-1990, sia nel decennio successivo. All’interno dei confini dell’Europa a 27 si stima una popolazione composta da 150-160mila coppie. In Italia, si contano 880 coppie nidificanti nel 2000, in aumento nel periodo 1990-2000. Oggi è presente con oltre 3.000 coppie. Mentre in passato il Cormorano era una specie quasi esclusivamente costiera, attualmente è presente anche in tutta la rete idrica interna. Tra il 1996 e il 2000 si è registrato un aumento del 39% della popolazione svernante rispetto al 1991-1995 (il massimo annuale nel secondo quinquennio è di 61.617 individui nel 2000, contro i 37.896 nel 1995). Vi sono alcune zone importanti del tutto scoperte nell’ultimo quinquennio, a livello della Lomellina occidentale e della Basilicata. Il numero di siti occupati almeno una volta nel decennio è di 418. Tra questi, nel 1996-2000 solo 7 non hanno fatto registrare alcuna presenza e 10 non sono stati censiti. La distribuzione effettiva sul territorio è molto ampia: il 90% degli individui censiti tra il 1996 e il 2000 è risultato insediato nei 111 siti più importanti per la specie. Nel complesso il trend mostra un aumento consistente del contingente svernante, con un aumento progressivo superiore ai 5 punti percentuali l’anno. Anche il trend registrato in anni più recenti, 1998-2003, appare positivo.

Canto

Alternando suoni gravi e acuti, trilli e gorgheggi, il canto del Cormorano si potrebbe descrivere come una sintesi di versi appartenenti a specie diverse. Mentre sorvola rive e scogliere, il Cormorano canta per chiamare a raccolta i membri dello stormo e segnalare la presenza di pesce, ma spesso finisce per richiamare l’attenzione dell’uomo, mettendosi in situazioni di pericolo.

Elegante e “aerodinamico”, il Cormorano si distingue per la caratteristica posa ad ali semiaperte, che assume per asciugare al sole il piumaggio. Quando vola, presenta una tipica forma “a croce”, per le dimensioni del collo e della coda: forse per questo in Norvegia è considerato “sacro” o, quantomeno, di buon auspicio. Si distingue per il collo lungo e raffinato, ma anche per la tipica colorazione scura del piumaggio.   Specie cosmopolita, è diffusa in alcune zone dell’Europa, dell’Africa, dell’Australia e dell’Asia centrale e meridionale. Costruisce il nido sulle coste rocciose e sugli alberi, ammassando sterpi, erbe, alghe e varie sostanze vegetali per proteggere i pulcini…

  • Ascolta il canto del Cormorano
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Video del Cormorano- MariaLaura Brax